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Qualche giorno fa Paola ha deciso di suicidare il suo account su Facebook. All’inizio era divertente vederle fare qualcosa di così atipico e non avrei mai pensato che questa azione avrebbe scatenato in me così tanti interrogativi.
Paola ha deciso di uscire dalla grande famiglia di Facebook, proprio in un momento in cui la grande massa di analfabeti computerizzati ha iniziato a popolarlo assiduamente. Una scelta misurata, per quanto la riguarda, motivata appunto dal gran numero di niubbi che ha iniziato a rumoreggiare all’orizzonte.
Da qui una serie di sensazioni differenti, riguardo a questo mondo, che per scelta ho deciso di non commentare spesso su questo blog. Credo che di posti in cui si parla di facebook o similari ce ne siano già abbastanza e così come per l’aikido io preferei farlo più che parlarne.
Per me la Rete fatta persone è nata tanti anni fa, non certo con la piattaforma di Zuckenberg. Ricordo che la fase di imputtanimento l’abbiamo passata anche su IRC quando Internet era arrivato a casa della gente come regalo di natale. Prima eravamo tutti con nostro modem rumoroso,le bollette alle stelle e sui canali di chat eravamo in 10. Non dico tutti educati e ben disposti, ma ci andavamo vicino. Di colpo siamo stati invasi da nugoli di utenti occasionali che facevano un diavolo di casino! Siamo sopravvissuti? Si, andandocene.
Siamo migrati tutti dalle chat collettive su IRC agli instant messenger in cui la socialità offerta dalle stanze pubbliche era stata sostituita da una rete intricata di contatti uno a uno. Le multichat di msn o di skype non hanno niente anche vedere con le plateali figure da scemo che riuscivo a collezionare sulle chat testuali di freenode o di flashnet. Rigorosamente in porta 3335.
Adesso è il turno di twitter e di facebook, dove stanno arrivando tutti. E i pionieri si sentono costretti a lasciare il campo ai nuovi tifosi urlanti. Gente che non ha la minima idea di cosa sia la lingua itagliana, disapaerscriverebene, di curare lortograffia e la, punteggiatura; gente che scrive okki con la K.
Questa volta saremo costretti ad andarcene ancora? No. Questa volta no.
Non ce ne andremo perchè i contenuti adesso li decide chi legge, non chi scrive. Se prima era impossibile evitare il rumoreggiante rumoreggiatore nella rumoreggiata chat, adesso posso semplicemente farmi gli affari miei senza aver disturbo alcuno.
Chi si lamenta che twitter è diventato un covo di fannullatici ciacaroni farebbe bene a scegliersi meglio i propri twitterfriends in modo da seguire solo chi è davvero di suo interesse. Mettersi in follow a “@rutta_rutta_amico_mio” e lamentarsi dei rumori post pranzo è quantomeno da ingenuo.
Stessa cosa vale per Facebook. Prima uno si iscrive a diecimila gruppi idioti come QUELLI CHE ALMENO UNA VOLTA HANNO VISTO IL CESSO DA UNA PROSPETTIVA DIVERSA poi si lamenta perchè gli arrivano mille mila richieste rompiscatole. Beh sceglietevi meglio gli amici. Se qualcuno è un rompirompi staccategli la spina. Se vi taggano nelle foto e non volete esserci, detaggatevi. Se vi continuano ad importunare chiedetegli di smettere oppure fategli un report. Insomma, difendetevi. Gli strumenti ci sono.
Non è che cambio casa quando mi mettono troppa pubblicità nella buchetta delle lettere.
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