Picture by Tommaso Sorchiotti on Flickr
Viaggio di andata
Partenza prevista ore 12.15.
Partenza effettiva ore 13.30.
Solo un’ora e un quarto di ritardo, niente male, si poteva fare peggio.
Tommaso mi ha raggiunto a Ravenna e insieme ci siamo teletrasportati a Genova passando per Bologna, Parma, La Spezia. Il viaggio di andata è stato talmente liscio da non rendere giustizia al turbine di eventi che sarebbero avvenuti successivamente. Ma noi eravamo ignari di quanto sarebbe successo di li a poco a abbiamo trascorso il viaggio di andata discutendo se fosse meglio Twitter o Jaiku. Come tutte le migliori discussioni è finita con un pareggio. Io continuo ad amare twitter, lui continua a farsi prendere per il naso da quella scemenza di Jaiku (con tutto il rispetto per la parola “scemenza”).
Alloggio, varie ed eventuali
Il nostro appuntamento era con Elena, direttamente all’ostello. Tale ostello era praticamente sulla cima di un monte e quando siamo riusciti a raggiungerlo persino il TomTom aveva il mal d’auto.
Dopo qualche ora, adducendo scuse di ogni genere e sorta è comparso un transatlantico travestito da motocicletta con a bordo una minuscola amazzone geek con la quale ho condiviso una meravigliosa partita a Zuma.
Un giretto tranquillo (credevamo noi)
Genova non è per niente facile da girare in monovolume. Per fortuna il TomTom di Tommaso non si è fatto intimidire da tutti quei vicoli e ci ha guidato in centro città in men che non si dica. Inultile però chiedere al TomTom di trovare parcheggio. Dopo aver girovagato per un po’, finalmente un’automobile ha avuto pietà di noi e ci ha lasciato libero un posto. Stretto. Contromano. In divieto di sosta.
Ad ogni modo abbiamo approfittato della situazione utilizzando la solita frase per queste occasioni: “ci sono altre 20 macchine, non sarà la nostra a creare un problema”. Come quando a scuola si diceva: “ho preso 5 ma tutti gli altri hanno preso 4!!!”. Ottimo, invece di essere un somaro eremita siamo un tiro di somari completo.
Ma torniamo a Genova e non lasciamoci distrarre dai simpatici ciuchini della mia fantasia.
Dopo aver parcheggiato selvaggiamente e aver attraversatro la strada, davanti a noi si è presentato uno spettacolo a dir poco meraviglioso. Non era il palazzo Ducale e neanche la fontana a catalizzare la nostra maraviglia; era Robin Good, moderno uomo macchina da presa, tutto intento a raccontare la vera verità ai suoi utenti collegati. Abbiamo così scoperto che la nostra passeggiata genovese, per un caso fortuito era diventata la cena dei bloggers pre-ZenaCamp.
Strasformata la mia vettura in una moderna RobinGoodMobile, siamo andati fino al porto.
Le persone educate non dovrebbero strimare a tavola
Ma noi siamo bloggers e facciamo come ci pare.
Alessio Jacona (sorpreso più volte con le mani nel sacco), Tommaso, Elena, Kurai, RedPill, Andrea Beggi, Tambu e altri blogger hanno preso parte alla cena più duepuntozero che l’uomo abbia mai conosciuto.
Ogni singolo ingrediente di ogni singola pizza, di ogni singolo blogger è stato dettagliatamente intervistato da un funambolico RobinGood, che alla fine della batteria del portatile si è trasformato in un eccellente graffitaro per dimostrare ad Alessio Jacona come Giove fosse in quadratura con lo ZenaCamp (e anche con qualcos’altro che non stiamo qui a specificare).
Il ritorno a Brignole è stato caratterizzato da un vortice di ciclomotori e motocicli in mano ad un’orda di tifosi squilibrati ed ebbri della loro vittoria calcistica al Marassi.
Lasciato RobinGood alle tenebre della notte e al suo streaming nottabulo, siamo rientrati in ostello, stanchi e felici, come solo tre giovani bloggers possono essere pensando a quello che il giorno successivo ci avrebbe atteso: ZENACAMP!!!
… to be continue…
Stay Tuned.
P.S. La mia pizza al pesto era di rara bontà ma nascondeva un terribile destino. Il fantasma di tale leccornia ha lanciato su di me la sua maledizione facendomi risvegliare al mattino con la lingua felpata e la gola secca come gli stivali di John Waine…
Tommaso non ha avuto pietà delle mie arsure notturne e ha approfittato del mio stato di catatonia post banchetto per immortalare la mia impresentabilità notturna. La mia vendetta è annunciata.
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