Da oggi il corpo riesumato di Padre Pio è a disposizione dei fedeli necrofili che potranno gustarne lo stato di putrefazione.
Il volto sfigurato dai vermi mangiamorti sarà coperto da una maschera di silicone con le fattezze del frate, il corpo ricoperto da una stola appositamente cucita per la grande occasione, i mezziguanti e le scarpette da calcetto sono quelli originali.
Su Repubblica è presente la galleria di immagini della prima giornata di visite. Le foto ovviamente ritraggono solo la folla accorsa e non viene ripreso nemmeno un piccolo frammento dei resti mortali martoriati da 40 anni di marcescenza.
Figuriamoci se dopo vent’anni di lavoro per costruire l’immagine di un santo barbuto, attribuirgli ogni tipo di potere sovrannaturale, fargli venire le stimmati che guardacaso nessuno le ha viste e sono pure scomparse appena è morto, aver stampato milioni di santini, aver confezionato ogni tipo di gadget con la sua effige, aver tirato fuori il corpo dalla sepoltura, aver speso i milioni per la teca di cristallo, si facevano sputtanare da quattro foto che sarebbero di sicuro finite su Internet. Ma che siamo matti?
Mica stiamo parlando dei produttori cinematografici, che con una videocamerina e un microfono si fanno soffiare milioni di dollari dai furbastri di piratebay, qui si parla di grande madre chiesa che, scusate se è poco, ha passato gli ultimi duemila anni ad affilare supposte credenze.
Anche repubblica ha però dato grande mostra di integrità e rispetto. Ha messo la notizia in seconda posizione e ha messo una bella galleria fotografica. Perchè lo sanno benissimo che le spoglie marce del santino più diffuso tra i camionisti tirano di più di un paio di tette. Solo che di ossa non se ne vedono, di vermi neanche e gli erotomani del corpo defunto dovranno accontentarsi di qualche vegliardo ricurvo, intento a farsi prendere in giro dalla macchina da soldi più potente del mondo.
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