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Una mia cara amica ha un blog. Il blog inizia ad avere un certo seguito e lei sta diventando piuttosto conosciuta. Una sera va in un locale della riviera e come succede a tutti, almeno una volta nella vita, ha una banale discussione con la gestione del locale che termina con una risposta molto scortese da parte della cassiera.
La mia amica scrive un post sul suo blog in cui racconta l’accaduto dal suo punto di vista.
In poche ore il suo post finisce in seconda posizione su google, proprio sotto al link non funzionante dello stabilimento balneare.
Le reazioni sono estremamente interessanti:
la blogosfera
La blogosfera appoggia completamente la mia amica prendendo per vero tutto il suo racconto e le consiglia di pubblicare recensioni negative su tutti i siti più visitati che trattano l’argomento.
arriva la controparte
La titolare dello stabilimento di cui si fa menzione nel post scrive un commento piuttosto piccato in cui cerca di giustificare l’accaduto da un punto di vista gestionale ma sostanzialmente non si scusa per l’accaduto. Le offre un eventuale rimborso se si presentasse di persona e ad un certo punto la accusa di averli sputtanati tramite “ufficio stampa”.
la controparte chiama gli amici
non si capisce se spontaneamente o su solleciatazione, successivamente anche altre testimonianze si mettono a difesa dello stabilimento balneare senza neppure capire quello che era successo: una cassiera scortese e un banale malinteso (che però la mia amica ha pagato fino all’ultimo centesimo).
I commenti al suo post aumentano e continuano a fare leva sulla serietà del locale, sull’igiene, sulla fatica e sul lavoro. Nessuno ha ancora capito quanto scritto dalla mia amica.
Arriva persino qualcuno che ipotizza la possibilità di portare la controversia in tribunale.
La mia amica risponde
Dopo la raffica di amici fedelissimi del locale in oggetto, la mia amica cerca di riportare la discussione sull’argomento spiegando che il problema non è l’igiene del locale, ne la sua serietà. Il vero motivo del post è stata la battuta infelice della cassiera.
La mia amica inizia a valutare l’ipotesi di cancellare il post dal suo blog.
La blogosfera capisce ma la controparte no
La controparte continua a portare testimonianze di come i fatti si siano svolti in un altro modo. Non prendendo neppure in considerazione l’ipotesi di scusarsi dell’accaduto e riconoscere alla mia amica il sacrosanto diritto di lamentarsi sul suo blog personale.
La blogosfera suggerisce alla mia amica di non eliminare il suo post, semmai di farne uno nuovo in cui chirisce la situazione. La mia amica è veramente dispiaciuta di come si stanno mettendo le cose.
Conclusioni
I blog, anche quelli personali, permeano sempre più le nostre vite disconnesse. Uno stabilimento balneare, tipicamente lo stereotipo di relax e forse la cosa più lontana da un blog che si possa immaginare, si trova a combattere la sua piccola battaglia per la reputazione, in un terreno che dimostra di conoscere poco.
Qui non ci sono uffici stampa e non c’è neppure il diritto di replica. Qui ognuno è padrone a casa propria e risponde solo al codice penale. Poi esistono dei comportamenti che favoriscono la correttezza e tipicamente ai blogger piace essere definiti neutrali. Fatto è che lo sono fino ad un certo punto. I blogger, amanti della loro libertà espressiva, a volte sono un po’ troppo leggeri nell’uso che fanno delle loro parole e non possono negare di godere ogni volta che possono puntare il dito contro qualcuno o qualcosa. Soprattutto se si tratta di una entità disconnessa.
Non è il caso della mia amica, che ha dimostrato equilibrio e moderazione nel post che ha fatto e nel suo successivo comportamento. Alcuni dei suoi sostenitori, nei primi commenti, la invitavano a colpire più forte.
La controparte a sua volta ha dato alcuni segni molto curiosi e degni di nota. Innanzi tutto non ha colto il significato del post, preoccupandosi solo che il proprio nome non fosse vicino alla frase “io ve lo sconsiglio”. Secondariamente ha fatto, in modo un po’ rozzo, quello che i blogger fanno sempre, chiamare gli amici. Solo che non lo ha fatto in modo delicato e furbo, ma lo ha fatto in modo aggressivo come quando da ragazzini al campetto si chiamavano gli amici grandi per far paura a chi non ci restituiva il pallone.
Mi rendo conto che non ho fornito neanche un link al blog in oggetto. Ma la mia amica mi ha chiesto espressamente di non farlo e di non citare lo stabilimento incriminato. Fatto sta che ci sono moltissimi indizi che vi possono guidare alla ricerca del post incriminato. Inoltre io i miei amici li metto in blogroll…
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