Successivamente al post del 12 gennaio dal titolo “Perchè vendere care le frequenze Wi-MAX” ho ricevuto una serie di repliche molto interessanti.
Le opinioni e i dubbi espressi nei commenti al post hanno trovato risposta all’interno del post stesso, ma come spesso succede una delle repliche più interessanti è giunta da colui che aveva dato origine alla discussione, il mio caro amico Alessandro Bottoni.
Sul suo blog Oceani Digitali, Alessandro replica al mio post in modo molto puntuale, argomentando bene i suoi dubbi relativamente al mio modo di vedere tale questione economica.
Io, da bravo amico, rispondo a mia volta ribattendo punto per punto gli argomenti che non mi trovano d’accordo.
Innanzitutto, invito i lettori di questo post a leggere tutto l’articolo di Alessandro in modo che io possa evitare di ripetere tutto quello che lui sostiene e possa limitarmi a fare dei brevi cenni ai concetti che desidero arguire.
Libertà Vs Soldi
Viene demonizzata un’asta pubblica perchè si da già per scontato che si raggiungeranno alte cifre nell’assegnazioni delle licenze Wi-MAX.
Il perchè di questa supposizione è semplice. Tutti noi vediamo il Wi-Max come una risorsa straordinaria per abbattere il digital divide, per avere internet in tasca quando siamo in treno, in autobus o in vacanza.
Ma in soldi, tutto questo quanto vale?
Non basta dichiararsi estranei alla faccenda, sostenendo che i soldi non sono importanti di fronte ad una questione di libertà, prima di tutto perchè questa discussione si basa esclusivamente su una questione economico-finanziaria e poi perchè volenti o nolenti la tecnologia ha dei costi. I servizi si pagano con moneta sonante e su questa tecnologia ci dovranno vivere delle aziende, delle comunità e delle famiglie.
Per cui togliamoci dalla testa che ci sia solo la libertà in gioco. Ci sono anche gli sporchi quattrini, gli stessi che ci riempiono la pancia e ci riparano la testa. E di questi voglio parlare.
Quanto interessa alle aziende di telecomunicazioni abbattere il digital divide in Italia?
Quanta etica c’è nelle strategie aziendali del mercati ICT?
Quanta bontà di spirito possiamo trovare nelle strategie commerciali di chi ci offre servizi?
Probabilmente sommando le tre cifre che ho in mente in questo momento otterrei solo un tipo di farina di frumento.
Detto questo, veniamo alle questioni che veramente contano nella questione che abbiamo in oggetto.
Liberalizzazione Vs Assegnazione
Esiste una risorsa dello Stato. Dobbiamo decidere se liberalizzarla o assegnarla.
Liberalizzarla significa eliminare il potere di scarsità di questa risorsa.
Assegnarla, significa dare a questa risorsa un potere economico molto forte.
La mia opinione in merito è quella di liberalizzarla. Non dare alcun potere di scarsità a questa risorsa.
E con questa dichiarazione spero di aver placato l’ira di molti che mi hanno, nel post precedente, accusato di volere un libero mercato di squali e di essere il paladino del capitalismo neoliberale.
Il nostro governo però si sta muovendo verso l’assegnazione di questa risorsa, valorizzandola quindi di un potere di scarsità.
Partendo da questa situazione qual è il modo migliore per fare in modo che questa valorizzazione sia a nostro favore?
Io continuo a sostenere che un’asta pubblica di assegnazione sia il modo migliore per trarne un beneficio.
Asta Vs Prezzo prestabilito
Prendiamo in considerazione due dati di fatto:
non sappiamo esattamente quanto valga quello che stiamo cercando di vendere;
in genere preferisco vendere qualcosa di mia proprietà al prezzo più alto possibile.
Partendo dal presupposto che nessuno di noi sa esattamente quanto vale quello che stiamo vendendo dobbiamo muoverci con molta cautela.
Se dovessimo vendere un anello d’oro, lo faremmo valutare da un orefice. Se dovessimo vendere un’autovettura la faremmo valutare da un meccanico o da una concessionaria. Se dovessimo vendere una casa, la faremmo valutare da un agente immobiliare.
Perchè interpelliamo questi professionisti? Semplice, hanno esperienza e in concreto possiedono molte più informazioni di noi per poter esprimere un giudizio di tipo economico.
Dovendo vendere una risorsa di tipo ICT (licenze Wi-MAX) a chi far valutare il nostro “tesoro”? A chi ha la maggior quantità di informazioni in merito. Ma se quel qualcuno è interessato all’acquisto farà una valutazione bassa per risparmiare nel momento in cui deve mettere mano al portafogli. E se invece sa di non far parte alla trattativa, ma è implicato nel mercato in esame, innalzerà la valutazione sia per ingraziarsi il suo cliente (noi), sia per creare uno svantaggio ai suoi concorrenti che di fatto dovranno comprare.
Come fare ad ottenere una valutazione onesta? Si obbliga chi valuta a mettere i soldi sul tavolo e a giocare a carte scoperte. Il nome di questa valutazione è: “Asta”.
In un’asta per le frequenze Wi-MAX gli attori più informati sono gli stessi che devono acquistare e sono costretti far vedere i soldi di cui si sono riempiti la bocca quando esprimono una valutazione.
Le aste, in generale raggiungono il prezzo più alto possibile per il venditore e il costo più basso possibile per il compratore.
(Se qualcuno ha dei dubbi in merito, mi giustifichi il successo di EBay 🙂 )
Perchè è giusto vendere care le licenze Wi-MAX
Sono fermamente convinto che il costo di acquisto delle licenze da parte degli operatori TLC non influenzi minimamente il prezzo di vendita dei servizi al pubblico.
Il Wi-MAX costerà tanto e all’inizio sarà un servizio di elite.
Questo avviene a causa del Price Targeting che ho trattato nel post precedente.
Detto questo, il prezzo dei servizi Wi-MAX al pubblico saranno dettati dal massimo che le aziende saranno in grado di chiedere ai propri clienti. E questo succederà sia che le licenze siano vendute a poco, sia che siano vendute a caro prezzo.
In un mercato in cui le connessioni ADSL costano cifre folli, se confrontate agli altri paesi UE, non possiamo aspettarci che il Wi-MAX ci venga regalato, neanche se lo speriamo nel più profondo del nostro cuore.
Per questo motivo ritengo che vendere le licenze Wi-MAX alle aziende di TLC ad un prezzo basso, sia un modo per alzare i loro utili senza che gli utenti finali possano trarne un reale vantaggio.
Una domanda agli scettici
Se vi trovaste a vendere la vostra casa per andare a vivere in affitto, la vendereste ad un prezzo basso perchè così si abbasserebbero anche gli affitti del mercato immobiliare?
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