Dato che sul suo blog (sito) non si commenta, allora io commento qui:
Prima cosa: che un po’ come con Grillo si aveva paura dei fans di Grillo, qui si rischia di aver paura di Luttazzi, a dire cosa si pensa. E questo, tra l’altro, ha a che fare esattamente con la tolleranza per cui a Luttazzi è concesso di dire qualunque cosa, e qualsiasi violenza verbale viene fatta cadere nell’espressione “ma Luttazzi è così, si sa…”.
Per le violenze verbali esiste il Codice Penale, Daniele Luttazzi o Pinco Pallino. Se qualcosa è contro la legge, ne risponderà come tutti gli altri. Finora Daniele pare l’abbia sempre scampata, in aula di tribunale. E non certo per grazia ricevuta, prescrizione, armistizio, discesa degli alieni.
Poi Luttazzi un giorno va in tv e dice “il signor Gianni Rossi di Pinerolo caga in bocca a sua moglie e lo mette in culo al bambino mentre lei li riprende con la telecamera”, e magari questa battuta sta dentro a un monologo sulla famiglia a cui lui ha davvero lavorato per un anno e mezzo, però da quel giorno il signor Gianni Rossi comincia a ripensare all’espressione “ma Luttazzi è così, si sa…”
E infatti Daniele non l’ha detto. La frase era composta molto chiaramente di un periodo immaginario. Non era il racconto di un fatto, era la descrizione di una condizione inesistente ma rappresentata nella fantasia.
Quarta cosa: che una volta si sia superato il tic per cui a Luttazzi dovrebbe essere concesso uno status speciale nel mondo, si immagini Giannelli disegnare domani in prima pagina sul Corriere una vignetta in cui il vicedirettore del Corriere sodomizza una delle commentatrici del Corriere, e lei dice “dai, che divento caposervizio!”. E ci si scandalizzi per la scelta del direttore di non pubblicarla (e si noti anche l’inevitabile maggior libertà concessa dalla diretta tv, rispetto ai giornali).
Questo è un paragone che non c’entra nulla. Sia per rappresentazione analogica (una frase ipotetica e una vignetta) sia perchè non è successo che Giannelli ecc ecc. ma è successo che Daniele sia stato bloccato perchè si ha paura che la gente ragioni con la propria testa. Se a qualcuno fa schifo quello che dice può tranquillamente andare a letto presto e non guardare La7. Non mi si dice che Daniele fa del populismo. Non lo ha mai fatto e non ha iniziato adesso. Daniele ha sempre parlato di legge e giustizia, di ragione e di logica. La sua condizione morale è sempre stata integerrima (da un punto di vista pubblico, perchè quello che fa a casa sua non mi riguarda).
Quinta cosa: penso che Luttazzi sia stato sciocco e infantile. La sua decisione di arrivare in una casa nuova (dove hanno scelto di invitarti quando non ti invitava nessun altro) e sputare in faccia a uno degli ospiti è provocatoria e aggressiva nei confronti dei padroni di casa prima che degli ospiti.
Penso che luttazzi sia intelligente e maturo. Non ha sputato in faccia ad uno degli ospiti. Ha rappresentato una condizione in cui siamo imersi da tanto tempo.
Sesta cosa: penso che la frase di cui si parla sia al tempo stesso greve e odiosa, e completamente inutile e gratuita. Ancora più sciocco mi pare che Luttazzi avrebbe voluto usarla, quindi. Non gli è stato “censurato” un attacco politico al potere: gli è stato detto di non dire parolacce inutili al prossimo. Il prossimo, esiste.
Le parolacce non sono inutili. Servono a tante cose. E se il codice penale le ritiene illegali, Daniele ne è responsabile.
Settima cosa: non mi fraintendete, che conosco bene le strumentalizzazioni che si fanno da sempre confondendo parole e pietre. Le parole non sono pietre. Però sono parole: non sono niente. Tra il niente e le pietre, le parole sono una tappa intermedia. Quando Luttazzi usa questo tipo di espressioni, e ne riceve applausi e successo, è perché fa leva sull’aggressività, l’odio e la voglia di far male di parte del suo pubblico. Quella frase non è una battuta che fa ridere usando volgarità e violenza: è volgarità e violenza. È una frase da lite al semaforo: è voglia di dire la cattiveria e ridacchiare poi pensando di aver segnato un punto. E il passo prima della pietra: e sapersi fermare lì non riesce a tutti.
La storia che le parole sono il passo prima della pietra sono anni che ce lo sentiamo dire. Iniziare una frase con “non mi fraintendete non intando dire questo” e poi dirlo non è un buon modo per evitare di fare una figura del cazzo.
Ottava cosa: Luttazzi ha delle bravure. A un certo punto fu stupido con me, e ne fui piuttosto deluso, e forse ha incontrato cattive compagnie. Ma in certe cose che fa è bravo. Su Grillo il suo parere fu tra i più intelligenti ed equilibrati in circolazione. Il pubblico lo meriterebbe, così: e forse anche lui stesso si meriterebbe così
Il pubbico lo merita così com’è. Punto.
p.s. stamattina ho pensato che la frase incriminata fosse così inutilmente volgare e vana, che almeno per pudore e senso della misura, nessuno se ne sarebbe fatto megafono per affermare la “verità”: pensate a manifestazioni davanti al parlamento con cartelli che dicano fieri e rivoluzionari “gli caga in bocca”, in lotta contro il regime liberticida. Beh, il mio caro amico Gianluca Neri a volte è più scemo dell’immaginabile
Riguardo alla volgarità sono d’accordo. Lo è molto. Sul fatto che sia vana non sono d’accordo. Nessuna volgarità è vana. Sul fatto che quelli che vanno in Parlamento con i cartelli a portare la “verità” siano imbecilli, sono d’accordo. Fuori contesto quella frase è vana (e volgare).
p.p.s. Aldo Grasso, invece, ha scritto una cosa sensata e perfetta
Invece il pezzo di Aldo Grasso è una cazzata di proporzioni enormi. Prima inizia facendo il deluso, comoda retorica per non sembrare cattivi. Poi fa una breve storia della carriera di Daniele, in cui dimostra di conoscerlo e prende la spinta per poter dire le scemenze finali. Addirittura Grasso arriva a dare ragione a Berlusconi e alla frase “uso criminoso” mediante la quale ha praticamente ammazzato la carriera di alcuni tra cui Enzo Biagi.
Stucchevoli questi personaggi. Per una decina di cose leggere che sembrano dette bene, ne dicono una enorme che fa schifo.
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