Imperfette Memorie

Quando tornavo da scuola, dalle elementari, alle superiori, il pranzo me lo faceva trovare pronto mia nonna.

Ogni tanto mi faceva le cotolette di pollo e ne produceva in quantità. Gia che c’era a far scaldare l’olio, non se ne potevano friggere meno di una cinquantina.

E dato che erano fritte, non potevo certo esimermi dal mangiarle fino a scoppiare. Credo che meno di una dozzina in una singola seduta non mi sia mai successo di mangiarne.

Oggi ho pensato bene di cimentarmi nella frittura della fettina di pollo panato, quindi ho preparato l’olio ad alto punto di fumo (arachidi, perché il girasole alto oleico non ce lo avevo in casa), il termometro, il pentolino.

Poi ho panato le fettine di pollo con la farina, l’uovo, e il pan grattato, dopo averle salate.

Ho fritto le fettine a 170 gradi Celsius, in bagno d’olio a controllo di temperatura, fino a farle dorare.

Il risultato è stato da manuale. Fettine sottili, croccanti, dorate, asciutte.

Praticamente il contrario di quelle che faceva mia nonna che erano spesse, umide, e chiaramente cotte sotto temperatura.

Ovviamente le sue erano meglio e la cena mi è andata per traverso.


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