Picture by hungrysky on Deviantart
Tutti i cittadini italiani di sesso maschile, superati i cinquant’anni di età vengono accomunati da una capacità di cui vantano soggettiva eccellenza. Un’arte appresa dai loro padri, giunta ad essi dai rispettivi avi, discendenti da storici cultori di questa scienza esatta: saper suonare la scorza del cocomero per determinarne dal suono lo stato di maturazione.
Se a strizzare i kiwi e ad ammaccare le pesche sono capaci anche le relative consorti durante la spesa settimanale nel moderno ipermercato, essi, gli umarel resi famosi delle recenti tecnologie, se ne stanno in solitudine competitiva, sgomitando al cassone delle angurie.
Memori del loro passato rurale, seppur abbiano sempre vissuto a due passi dalla stazione ferroviaria e non sappiano distinguere un grosso cane da una mucca, i cinquantenni italici sono portatori di questa conoscenza percussionistica e i loro occhi si illuminano non appena scoprono che è arrivato il sabato mattina e quindi poche ore li saparano dalla loro dimostrazione di virilità ortofrutticola.
Se al supermercato ognuno gioca per sè, al mercato in piazza cambia tutto e l’antica socializzazione ritorna a farla da protagonista. In questo contesto si scambiano opinioni e consigli, e soprattutto si fa coalizione per umiliare e allontanare colui che preferisce mantenersi fuori dalla fila, suggerendo che la maturazione non richieda alcuna percussione ma sia sufficiente osservare il picciolo del grosso ortaggio citrullo.
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