Picture by temabina on DeviantArt
Ieri sera alla blogdinner romagnola si stava discutendo di business quando abbiamo dedicato le nostre attenzioni ad un possibile investimento nel mercato maialifero. Ovviamente le nostre menti alternative non erano minimamente interessate allo sfruttamento del porcello per fini alimentari per cui il pensiero di coltivare suini allo scopo di venerazione e successivamente di macellazione ci ha sfiorato solo per pochissimi istanti.
Fullo, Marco, Stradaioli, Gioxx ed io abbiamo evinto che ll vero business sarebbe nel rilevare un maialificio di grandi dimensioni, diciamo intorno alle 150mila code arricciate, per addestrare i suini e condurli in battaglia come esercito d’invasione. I nostri calcoli sommari ci indicano che con 600mila zampe ungulate si dovrebbe conquistare una regione come il Kamchatka senza particolari problemi di carattere bellico.
Essendo un esercito disarmato non avremo problemi ai metal detector degli aeroporti, per cui ci si accorgerebbe dell’invasione solo a cose fatte. Inoltre il suino ha grandissime doti di adattamento; lo dimostra il fatto che il prosciutto è ottimo sia con il melone come antipasto sia sulla pizza accanto ai carciofini.
L’unico vero problema al quale stiamo cercando rimedio è capire come fare a travestire il porco in quei paesi che hanno una esasperata repulsione verso il vero amico dell’uomo. Inizialmente avevamo pensato di utilizzare uno stock di camicie hawaiane, calzettoni bianchi e sandali per travestire il nostro esercito d’invasione da turisti tedeschi, ma come insegna il nostro maestro Ermete Bottazzi, il maiale al contrario del turista crucco è schizzinoso nel mangiare, non va mai in spiaggia e sta sempre al bar a sgrufolare nelle noccioline per cui verrebbe presto smascherato.
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