Qualche settimana fa ho risposto molto entusiasticamente alla proposta di Paola riguardo la pubblicazione di una mia intervista su fotofocus.it, progetto che fa capo a Sony Italia. Subito dopo la pubblicazione alcuni utenti di fotofocus.it hanno iniziato a contattarmi perchè, a loro dire, il modo in cui viene gestito il concorso fotografico presenta alcune stranezze nel sistema di voto e inspiegabilmente la qualità delle foto che raggiungono la testa della classifica è a dir poco ridicola.
Dopo aver interagito con alcuni di questi utenti e aver cercato di capire il loro malcontento ho partecipato al concorso proponendo una mia foto per valutare meglio le modalità di voto e il motivo di tanta rabbia da parte della comunità.
Successivamente ho continuato a rispondere agli utenti che commentavano la mia intervista e per ben due volte i miei commenti di risposta sono stati cancellati dalla redazione di Fotofocus dopo poche ore. Ho chiesto spiegazioni e mi è stato detto che il linguaggio utilizzato nei miei commenti non era adeguato al contesto “aziendale” del sito fotofocus.it.
In assenza di una specifico regolamento che definisce il linguaggio adeguato o inadeguato io faccio riferimento al buon costume e il fatto di firmare il commento con il mio nome e cognome rende il titolare della piattaforma libero da ogni problema di natura morale. Detto questo ritengo inaccettabile che una redazione cancelli due miei commenti senza neppure avvertirmi.
Per questa ragione ho appena chiesto a fotofocus di rimuovere il mio utente dalla piattaforma e l’intervista che avevo rilasciato. Tale intervista, non appena avranno provveduto alla rimozione, verrà ripubblicata qui sul mio blog, a disposizione di tutti coloro che vogliono leggerla e commentarla, nel modo che ritengono più idoneo.
E dato che qui ho totale libertà di linguaggio, ripropongo anche i due commenti (di fatto lo stesso commento, eliminato e ripostato due volte):
Le foto della shortlist di fotofocus.it fanno schifo al cazzo – Luca Sartoni
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