Continuano i racconti di un informatico che per passione cerca di andare ovunque si parli di rete e di web.
Colazione al solito bar sotto casa di Elena, passiamo a prendere Gioxx e partiamo in direzione Bologna alle ore 6.45.
Feba viene recuperata alle 7.30, dopo un po’ di tangenziale ingolfata. Alle 9.45 siamo a Firenze.
Il posto è molto semplice da trovare. Lungo la strada, la nostra attezione viene catalizzata da una statua in una rotonda. Un passerotto di bronzo molto minaccioso, ricorda il logo di twitterrific. Prima o poi sarà vietato a quattro “twitter addicted” viaggiare sulla stessa autovettura senza l’accompagnamento di un adulto digital-diviso, pertanto sano di mente.
Il bloglab
Elena e Feba si sono impossessate degli ultimi banchi. Io invece mi metto a metà aula. Da quando ho ripreso gli studi, me ne sto sempre davanti. Ma i primi banchi questa volta sono già impegnati.
Antonio e Stefano hanno messo su un bel progetto ma i labber (bloglabber, sudenti insomma), e i fellow non si sono mischiati a dovere. Sarà la differenza di età, ma i gruppi sono difficili da amalgamare. Solo le presentazioni aiutano un po a emulsionare la situazione.
Purtroppo il pranzo, divertentissimo, non ha coinvolto gli studenti. Sarà per la prossima volta.
Frasi da ricordare
In risposta ad Enore particolarmente critico nei confronti di alcune scelte stilistiche.
Hikari: Lo sfondo nero è un diritto costituzionale.
Webgol ci ricorda come le moderne tecnologie abbiano radici profonde nella cultura contadina.
Antonio Sofi: Il blog è come il porco, non si butta via niente.
Antonio riporta Diego al vero significato di alcuni inglesismi.
Zoro: trovavo quello che non cercavo, la serendipity…
Antonio LDF: da me lo chiamano “CULO”.
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