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Ritornato tra i banchi, posso assumere come tipici i seguenti comportamenti che avvengono il primo giorno di ogni nuovo corso universitario.
Lo studente non ha la minima intenzione di imparare niente durante il corso. L’unica preoccupazione è accumulare i crediti formativi. Se questo dovesse comportare far variare l’inclinazione dell’asse terrestre a forza di sbadigli, è pronto a farlo. Per questa ragione le principali domande che verranno poste durante la prima lezione di un corso universitario sono relative allo svolgimento della valutazione. In qualsiasi modo il docente avesse deciso i valutare gli studenti, ce ne sarà sempre un sottoinsieme insoddisfatto della modalità scelta. Questo gruppo additerà tale pratica come arrogante, prepotente, avvilente, stronza, inutile. Inoltre verranno poste domande per mettere a dura prova la strategia valutativa e saggiarne la robustezza.
Facciamo l’esempio che si sia deciso di effettuare due prove parziali e una prova finale per superare il corso. Le domande che verranno inevitabilmente poste riguardano la combinazione di tutte le locuzioni che compongono lo schema: “prima prova parziale”, “seconda prova parziale”, “prova finale”, “superare”, “non”, “cosa succede”, “sostenere”, “io”, “per esempio”, “e”, “se”. Pertanto, qualsiasi docente deve essere pronto a rispondere alle domande:
- E se io per esempio non supero la prima prova parziale, posso sostenere la seconda prova parziale?
- Non superando la seconda prova parziale si può superare la prova finale?
- E se per esempio non si supera la seconda prova parziale ma si supera la prova finale?”
- Eccetera …
Il candidato provi a comporre ulteriori domande bizzarre.
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