La scorsa settimana ho preso parte ad un panel del titolo “Employer Branding” al Forum delle Risorse Umane a Roma. La definizione di “Employer Branding” che possiamo trovare su Wikipedia è questa:
“L’espressione employer branding è entrata in uso a partire dagli anni ’90 per riferirsi alla reputazione che un’azienda si costruisce come datore di lavoro”
Il panel moderato da Federica de Sanctis aveva come ospiti Luca Solari, Luigi Grimaldi, Andrea Genovese, Roberto Blanda, Elisa Schiavon, Stefano Gargioli, Carlo Infante e me.
La presentazione più interessante è stata quella di Luigi Grimaldi che ha rapidamente illustrato l’impossibilità di qualsiasi azienda di vivere isolata dalla sfera sociale e quindi l’unica soluzione per migliorare la propria immagine come datore di lavoro è di mettere in condizione i propri talenti di esprimersi.
Nonostante il suggerimento di Luigi che condivido pienamente, io ho un approccio molto più pragmatico alla questione.
Secondo me l’unico modo per attrarre talenti in azienda, per migliorare la propria immagine come datore di lavoro e per diventare l’azienda sogno per ogni persona in cerca di lavoro la ricetta è assai più semplice: alzare gli stipendi e i benefit ai dipendenti e rendere più dura la selezione all’ingresso.
E voi, cosa ne pensate?
La foto è dell’inossidabile Alessio Jacona
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