Per Elevator Pitch si intende una rapida, concisa ed efficace descrizione della propria idea imprenditoriale (o della propria attività professionale). Tale presentazione deve essere talmente ben levigata e scorrevole che persino vostra zia, quella mezza sorda, deve capirla o quantomeno rimanerne affascinata.
Come preparare un Elevator Pitch
Ci sono alcuni elementi dell’elevator pitch che sono assolutamente obbligatori e che devono essere scolpiti a caratteri cubitali nella vostra mente mentre preparate la presentazione:
Il luccichio
Gli americani lo chiamano “hook” ma in italiano, chiamarlo “gancio” o “amo” non rende bene l’idea. Il luccichio è l’elemento con il quale aprire il proprio pitch. Dev’essere splendente nella notte e deve attirare l’attenzione anche del più assonnato degli interlocutori. Serve a creare empatia e a preparare gli ascoltatori al succo del discorso.
Il succo
Questa parte deve tirare fuori la vostra forza. Qui dovete far capire velocissimamente chi siete, cosa fate, cosa volete fare in futuro e come volete farlo. Dovete esporre tutta la bancarella. dovete dimostrare di aver lavorato duramente e con passione alla vostra idea. Niente frasi confuse, niente “mah”, “forse”, “vedremo”. Solo “facciamo”, “faremo” e “in questo modo”.
La richiesta
Dovete concludere il pitch con una richiesta. Dato che il pitch non serve a far vedere quanto è bella la vostra cravatta o il vostro tailleur ma serve a farvi ottenere qualcosa da qualcuno, dovete rompere gli indugi e chiedere ciò di cui avete bisogno. Se cercate soldi, chiedete soldi. Se cercate contatti chiedete contatti. Se cercate supporto, chiedete supporto.
Errori da evitare assolutamente in un Elevator Pitch
Lunghezza eccessiva
Un buon pitch dura 90 secondi. Se fosse 60 sarebbe meglio. Se lo fate in 30 allora iniziamo ad essere vicini all’ottimo. La sintesi è d’obbligo, perché dimostra che avete lavorato alla rifinitura della presentazione e che non avete tempo da perdere. Inoltre che rispettate il tempo degli altri.
Chi ascolta i pitch normalmente lo fa di mestiere e ne subisce dai 30 ai 60 alla settimana. Farla corta facilita il lavoro di tutti: vi fa fare bella figura se l’idea è buona e vi fa sbattere fuori dalla porta più velocemente se l’idea è una scemenza. Per la buona pace di tutti i presenti.
Ridondanza
Spesso si sente ripetere più e più volte la stessa cosa, in modo confuso e inutile. A causa di questo i pitch diventano interminabili bofonchiamenti senza senso e senza appeal. Le cose devono essere dette una e una sola volta, in modo chiaro, conciso e preciso. Poche parole ma buone e ben organizzate.
Abbiamo capito che vuoi fare uno spremi carciofi via web, ma devi dirci dove prendi i carciofi, chi lo farà insieme a te, come intendi farti pagare e quanto.
Incertezza
Non c’è spazio per l’incertezza in un buon pitch. E l’unico modo per ammazzare l’incertezza è ripetere, ripetere, ripetere. Non fate l’errore di ripetere il pitch allo specchio. O vi concentrate sul pitch, o vi concentrate sugli errori. In ogni caso sono due fasi separate. Quindi potete obbligare i vostri amici a subire il pitch 50 volte (si, 50 volte almeno) oppure vi registrate e vi riascoltate in un secondo momento.
Molto meglio far la figura da somari con il sorriso sulle labbra, piuttosto che a testa china e balbettando. Si il segreto è tutto qui.
Il peggior errore in assoluto
Vedere chiodi ovunque perché abbiamo in mano il martello.
Questo è l’errore tipico di chi cerca supporto alla propria idea imprenditoriale. Non è un errore tecnicamente imputabile al pitch ma attraverso i pitch salta subito all’occhio e all’orecchio. Siete davvero sicuri che la vostra idea serva a qualcosa? Sicuri-sicuri? Sicuri-sicuri-sicuri? Non è che per caso avete appena comprato un nuovo martello e quindi vedete chiodi dappertutto?
Se il vostro progetto è di aprire una catena di gelaterie non dovete aprire dicendo “ci sono poche gelaterie al mondo…” ma “d’estate fa caldo, e tutti noi odiamo il caldo, vero?”.
Prima evidenziate il problema, che deve essere chiaro, poi proponete la vostra soluzione. Mai il contrario.
Photo by Valerie Everett – http://flic.kr/p/3AibC8
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