Detassazioni

Sarà che pago le tasse per intero dal 2001, e come libero professionista di sinistra ho sempre visto le cose in modo un po’ radicale, ma l’idea di detassare i premi che il CONI elargisce agli atleti medagliati italiani proprio non mi trova d’accordo.

Chi lavora da dipendente, collaboratore, consulente, imprenditore paga le tasse in un certo modo, perchè lo sportivo non dovrebbe farlo?

Che importanza ha se questi premi arrivano solo ogni quattro anni, solo dopo lunghi periodi di preparazione, dopo tanto impegno? Qualsiasi altro mestiere non richiede gli stessi sacrifici?

L’operaio in fonderia lavora tutti i giorni, il collaboratore pure, il consulente anche e l’imprenditore corre il rischio d’impresa, che comunque se ne pensi del termine, è sempre una responsabilità assai cara.

Ciò nonostante non la penso come MCC, e neanche come Wolly. Diciamo che loro sbilanciano un po’ troppo dall’altra parte, quella un po’ troppo facilona…


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  1. newmediologo Avatar

    Una volta l’Olimpiade era rigorosamente riservata ai NON professionisti.. Ancora oggi esistono atleti di grande valore (rugby) che militano in federazioni dilettanti.. Non si capisce perchè i premi debbano essere detassati quando altri sportivi professionisti come i giocatori di golf pagano regolarmente le tasse sui premi in danaro che percepiscono.. Ha ragione Luca ma lo è ancora di più se si pensa che la cosa creerebbe disparità nello stesso mondo dello sport..

  2. wolly Avatar

    perchè facilona?

  3. Davide Tarasconi Avatar
    Davide Tarasconi

    Io ho trovato il discorso “detassazione” prima di tutto ben poco elegante e assai cafone – ma al giorno d’oggi ci stà, non dobbiamo dimenticarci che gli atleti sono comunque ITALIANI e non esseri mitologici.

    Da che mondo é mondo esistono discipline che permettono a molti atleti di vivere un’esistenza serena dal punto di vista economico così come esistono tanti atleti eccellenti che devono fare gli straordinari al lavoro e prendersi le ferie per partecipare alle competizione.

    Entrambe le categorie, atleti professionisti e atleti non professionisti, hanno un reddito e quindi, indipendentemente dalla fonte di guadagno principale, è giusto paghino le tasse.

    Sulla questione fiorettiste in economy e calciatori in business è stato montato un caso ad arte: il CONI paga a tutti (TUTTI) l’economy, mentre le federazioni sportive di appartenenza possono eventualmente pagare qualcosa di più. Non mi pare uno scandalo che la FIGC possa permettersi di pagare la business ai propri atleti, al contrario della certamente più povera federazione di scherma.

  4. Luca Sartoni Avatar

    @wolly: tu consigli agli atleti degli sport minori (economicamente) di non essere arrabbiati per le storpiature che l’anomalia calcio porta allo sport italiano ed eventualmente di cambiare attività. Credo che lo sport, così come l’arte non debba necessariamente adeguarsi alle regole di mercato.
    Riguardo a MCC, specificamente nel post che ho linkato, sottolinea una questione interessante ma la semplifica un po’ troppo.

  5. wolly Avatar

    io dico che agli atleti di sport con poco o nulla seguito, che vivono grazie agli stipendi pagati dalle amministrazioni dello stato e mantenuti nelle competizioni e altro dai soldi del calcio di baciarsi i gomiti e ringraziare il calcio che ha tanto seguito e si può permettere di finanziare tutto lo sport in italia.
    Se non gli sta bene possono cambiare sport e mestiere.
    Anch’io vorrei guadagnare come l’AD della FIAT ma non per questo chiedo allo stato di detassarmi o mi incazzo perchè lui viaggia in business o sul suo aereo e io no.
    ciao

  6. valentina Avatar

    La vincita di una somma di denaro equivale a un premio, a un regalo, e non a uno stipendio. Per questo penso che sia giusto detassarlo (non detasserei ovviamente le entrate standard).
    Oltretutto, questi atleti si allenano (lavorano) tutto il giorno, ma non hanno certo grandi stipendi, nè file di sponsor alla porta.
    Non escludo che la mia posizione possa essere fortemente condiszionata dalla facile commozione che mi prende tutte le volte che vedo un italiano sul podio. Sull’inno poi non capisco più niente…

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