Premessa: a me non piacciono le auto. Non è che le odio, come succede al giuoco del calcio, semplicemente mi sono indifferenti. Le vedo come mezzi di trasporto sovrautilizzati, non ne apprezzo le doti sportive, mi fanno ridere quando sono usate come status symbol.
Detto questo, il blog driver day è stato una figata pazzesca.
Viaggio per Vallelunga
Per essere a Vallelunga entro mezzogiorno sono partito alle sette di domenica mattina da Ravenna, orario in cui di solito mi ritiro dalle mie scorribande notturne e per pochi minuti non ho incontrato i miei amici che facevano colazione dalla Signora Rita dopo la nottata al Bronson.
Alle undici e trenta giungevo a Vallelunga, dopo aver fatto colazione lungo la strada e aver incontrato l’insidia numero uno dei viaggiatori solitari.
L’insidia numero uno dei viaggiatori solitari
L’insidia numero uno dei viaggiatori solitari è “Il pulmone dei pensionati in gita”.
Questa enorme casa di riposo ambulante riesce a contenere fino a 50 – 60 vegliardi, che pimpanti come le bolle d’aria nei loro catateri viaggiano l’Italia in lungo e in largo alla scoperta di ogni tipo di santuario o luogo sacro.
Questi resistenti dell’ultima guerra mondiale, magiapreti fino al giorno della pensione, sono la linfa vitale del mercato del pellegrinaggio che li trasporta, spesso a loro insaputa causa Alzheimer, verso le mete più improbabili. Dal santuario delle vergini partorienti, fino al sacrario del silenzio di Chiasso.
I pulmoni in cui vengono trasportati sono costretti a tappe forzate di massimo 5 km a causa delle condizioni disastrate delle prostate che trasportano. Essi divengono le insidie numero uno dei viaggiatori solitari, che fermatisi alla stazione di servizio contano di realizzare un pit-stop da record immaginando di fare rifornimento alla vettura, allo stomaco e liberare inutile urea nel tempo massimo di 10 minuti primi.
Per la benza nessun problema: gli anziani non creano alcun disturbo. Mentre per tutto il resto sono la causa scatenante delle peggio bestemmie per il suddetto viaggiatore, che si vede costretto a file interminabili per mangiare una maledetta rustichella sintetica e alla fine stremato decide di fare i suoi bisogni dietro ai tir posteggiati dietro il parcheggio, dato che ai bagni dell’autogrill si verificano code e rallentamenti a causa degli anzianotti incontinenti e inaccontentabili.
Le gare del primo giorno
Torniamo all’argomento principale: la mia esperienza in pista.
Come ho premesso di macchine non mi interesso minimamente per cui ogni singola gara, svolta durante la prima giornata, ai miei occhi appariva come “qualcuno che arrivava prima di qualcun altro, che lo stava inseguendo”. Chi andava piano era uno sfigato e chi andava forte era uno sborone. Punto.
Nota di merito per la gara delle fiat 500. Un enorme serpentone di cinquine nuove che sbisciolava lungo la pista, precedentemente frequentata da bolidi ruggenti il cui ricordo rendeva la gara monomarca una simpatica scampagnata tra utilitarie scarburate in cerca di posteggio. Pare che successivamente fosse in programma anche la corsa nei sacchi, non disputata per motivi di tempo (e di decenza).
La gara allstar è stata vinta da Gianni Morbidelli del team Audi (che ci ospitava), secondo classificato il signor “boh” e terzo Christian Ghedina. Da quello che ho capito, Ghedina è arrivato terzo perchè con gli scarponi da sci non è molto semplice fare la doppietta in scalata di marcia…
… to be continued … stay tuned
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