Aneddoti a stelle e strisce

Flag
Letizia ed io abbiamo trascorso una ventina di giorni negli Stati Uniti attraversando il paese da Los Angeles a New York in auto. Riporto alcune delle lezioni imparate durante il viaggio e alcune riflessioni.

La prossima valigia


Come potete vedere dal grafico, questo è esattamente l’approccio che mi riprometto di adottare nella composizione della mia prossima valigia per un viaggio lungo. Poi regolarmente una camicia me la porto dietro e come al solito giace stropicciata in borsa fin dal secondo giorno. Perchè le magliette le infili in una laundromat e via, la camicia ha ben altre necessità per essere indossabile.

Gli Americani scrivono tutto

Objects in mirror are closer than they appear
Non ho capito se è per reale necessità di ricordarsi le cose o per ripulirsi la coscienza in caso di adempienza, gli Americani scrivono tutte le più banali avvertenze su appositi cartelli. Dal “non usare l’ascensore in caso di incendio” anche al pian terreno fino al “lavarsi le mani prima di tornare al lavoro” in tutti i ristoranti.

Gli edifici non seguono lo standard ansi C nella numerazione dei piani

Saint Louis
Cosa che invece facciamo noi in Europa. Da noi il piano terra è indicato con “0” e piano 1 è il primo piano, come la parola stessa indica. Negli USA il piano 1 è il piano terra, il piano 2 è il primo sopraelevato, ecc. Da cui alcuni banali equivoci alle reception degli hotel.

L’aggressività stradale è inversamente proporzionale alla logitudine Ovest.

Big truck mirror
Man mano che ci si sposta da Ovest a Est, l’aggressività degli automobilisti aumenta linearmente fino alla Pensylvania, con una impennata in New Jersey e un coefficente esponenziale a New York.

A Los Angeles la gente guida rilassatissima, le strade sono larghe come aeroporti e la cordialità alla guida, salvo zone come Hollywood, è davvero diffusa. Anche a Downtown di L.A. è possibile imbattersi in alcuni incroci in cui tutte e quattro le strade hanno lo STOP. Chi sopraggiunge si ferma, aspetta, negozia la precedenza a colpi di sopracciglio, vai tu, no vai tu, no dai vai tu, poi riparte piano piano. In California quando scatta il verde le auto impiegano ben più di qualche secondo a ripartire. Mai sentito il rumore di un clacson californiano.

Tutto procede in modo simile fino al Missouri. Poi raramente si avverte il gorgeggiare di un clacson, il fischio di una frenata tardiva, ma niente di più. In Pensylvania inizi a sentire che qualcosa sta cambiando perchè le auto dietro di te ti addentano il paraurti posteriore, ti stringono in sorpasso e man mano che ti avvicini al consine di stato ad EST le cose peggiorano.

In New Jersey sembra di essere sulla A1, gente che sorpassa da tutte le parti e che ti sfanala se vai piano, oltre ad offenderti i parenti a casa. A New York è il delirio completo. I camion hanno il mozzo della ruota con il rostro come la biga di Ben Hur.

Guerra al bacon

Bacon Chese Fries
Gli Americani sono ghiotti di Bacon. Più che una passione è un’ossessione. Più che un’ossessione è una follia collettiva.

Il Bacon è ovunque, dalla prima colazione allo spuntino dopocena. Lo trovi quasi sempre fritto e croccante, in molteplici configurazioni, dorato e bisunto come solo lui sa essere. Esistono uova al bacon, panini al bacon, pasta al bacon, hamburger al bacon, bistecche al bacon, patatine al bacon, frullati al bacon, cereali al bacon, crocchette per gatti al bacon (non è uno scherzo) e si narra di una fantomatica torta al cioccolato al bacon (ce lo ha raccontato Leah).

Non sono riuscito ad evitarlo per più di 12 ore. Ogni volta che mi distraevo e mangiavo distrattamente la prima pietanza disponibile, il bacon riappariva da qualche parte, specialmente tra le mie ignare ganasce. E vabè, masticavo e deglutivo, tanto ormai…

Ho finalmente capito che fine ha fatto Kevin Bacon, se lo sono mangiato. Se Bin Laden fosse fatto di bacon, lo avrebbero fatto fuori il 12 settembre, per colazione.

La cucina italiana in America

Baker
Arrivati a New York stanchi degli innumerevoli hamburger, scrambled eggs e french fries ci eravamo ripromessi di provare la cucina italiana della city, famosa in tutto il mondo. Una sera, uscendo da B&H, siamo andati a mangiare in un ristorante italiano sulla 35esima strada.

Che meraviglia!

Acqua frizzante invece delle solite softdrink, finalmente un po’ di vino. Pane come si deve, e una bella pasta: “spaghetti alla carbonara”. Con il bacon…


Posted

in

by

Comments

4 responses to “Aneddoti a stelle e strisce”

  1. Mirko Bonadei Avatar

    Bellissima esperienza, grazie per aver condiviso moltissimo con noi 🙂

  2. mich Avatar

    Una volta ho sentito parlare anch’io della torta di bacon e cioccolato. Ma nonostante il tuo rappresenti il secondo riscontro in proposito cerco di convincermi che si tratti in realtà di un comico misunderstanding …

  3. francesco masetti Avatar

    l’ anno scorso ho fatto esattamente il contrario sono partito in macchina da new york per arrivare a los angeles, bellissima esperienza.
    che città hai visitato?

  4. […] Luca Sartoni è tornato dal suo viaggio negli States ed ha preparato un post in cui riassume simpaticamente alcune delle manie degli americani. […]

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *